In queste settimane di emergenza sanitaria abbiamo imparato ad utilizzare la mascherina come strumento per proteggere noi stessi e chi ci circonda. Abbiamo scoperto che esistono diversi tipi di mascherine con funzioni diverse e da utilizzare per scopi differenti: semplici, chirurgiche, Ffp (con o senza valvola). Indossare una mascherina sbagliata può essere non solo inutile, ma anche dannoso per sé o per gli altri.
La mascherina è il dispositivo di protezione individuale più ricercato in questo periodo pandemico, fondamentalmente per far sì che una persona potenzialmente infettante non possa trasmettere il virus ad altri.
Se medici e infermieri non possono fare a meno di adeguate mascherine protettive, fuori dai contesti ospedalieri la mascherina deve essere indossata più per proteggere gli altri che per difendere se stessi.
Fondamentale è sapersi orientare nella variegata offerta di mascherine, con caratteristiche e funzioni molto diverse tra loro.
La sigla FFP (Filtering Face Piece – “filtranti facciali per la protezione individuale” ) indica che la mascherina è stata prodotta nel rispetto della normativa EN 149-2001 che fissa gli standard di efficienza, traspirabilità, stabilità della struttura, nonché i test tecnici di biocompatibilità e le performance delle mascherine
Esistono tre tipologie di mascherine Ffp.
Le FFP1 hanno una capacità filtrante limitata (all’80%), fermano solo le particelle più grosse nell’aria respirata e non sono le più adatte per proteggere chi la indossa da micro particelle nocive come quelle che contengono il virus.
Le mascherine FFP2 e FPP3 hanno invece una capacità filtrante di particelle minuscole (incluse quelle contenenti il virus) pari rispettivamente al 92% per le FPP2 e al 98% per le FFP3, per questo sono ritenute idonee a proteggere dagli agenti patogeni a trasmissione aerea.
Un’ulteriore differenziazione va fatta in base alla presenza o meno della valvola.
La funzione della valvola è consentire all’aria calda che viene espirata di uscire dalla mascherina senza particolari ostacoli, con l’obiettivo di rendere meno faticoso il tenerla indosso a lungo. Grazie alla valvola, infatti, il calore viene più facilmente disperso verso l’esterno, non si accumula umidità e quindi vengono scongiurati problemi di condensa o di appannamento degli occhiali. La valvola non compromette la capacità filtrante dall’esterno verso, ma fa venir meno la funzione di filtro dall’interno verso l’esterno. Il che significa che le Ffp con la valvola proteggono molto bene chi le indossa, ma non le persone intorno. Da qui la definizione di mascherina da egoista. Una Ffp con la valvola consente infatti a chi la indossa di diffondere il virus e infettare gli altri.
Le mascherine Ffp senza valvola potrebbero creare l’esigenza, per i non professionisti, di scostare la mascherina per prendere aria o di indossarla in modo che l’umidità possa in qualche modo fuoriuscire. Il risultato, evidentemente, è che tutto il potere filtrante ne risulta compromesso, e di fatto non si ottiene una protezione migliore per sé e per gli altri rispetto a quella garantita da una mascherina semplice.
Dopo qualche ora di utilizzo la mascherina Ffp andrebbe in ogni caso cambiata (e mai indossata più di una volta), poiché il suo potere filtrante degrada fino a renderla paragonabile a una mascherina semplice.
Le mascherine chirurgiche, dal tipico colore azzurro, sono tra le più diffuse e indossate durante l’epidemia di Covid19. Per essere efficaci, devono coprire bene e continuamente naso e bocca.
Il loro pregio sta nella capacità di filtrare molto bene l’aria che esce da naso e bocca. Hanno una capacità di filtraggio verso l’esterno molto elevata, pari al 95%. Per questo motivo sono considerate un buon modo per limitare fortemente la diffusione delle goccioline di saliva (in inglese “droplets”) che si propagano parlando o attraverso colpi di tosse e starnuti.
Tipicamente di forma rettangolare, costituite da tre strati sovrapposti di tessuto-non-tessuto e da indossare con degli elastici o dei lacci, sono dei dispositivi meno sofisticati dei precedenti ma certificati per proteggere soprattutto le altre persone, impedendo alle goccioline emesse durante l’espirazione, con un colpo di tosse o parlando di raggiungere chi abbiamo intorno. Anche se non sono concepite per proteggere chi le indossa, sono le più utili in assoluto quando vengono indossate da tutte le persone che si trovano in uno stesso ambiente. Se ognuno porta correttamente la propria mascherina chirurgica, infatti, nessuno può contagiare gli altri e quindi si è tutti protetti. Per questo vengono anche dette mascherine altruiste.
Da un punto di vista normativo, le mascherine chirurgiche sono dei dispositivi di protezione a marcatura CE che devono rispettare specifici requisiti tecnici stabiliti per legge, oltre che superare dei rigorosi test di efficacia. Le mascherine chirurgiche sono quelle consigliate per la popolazione generale, soprattutto se ci si trova in ambienti condivisi con altre persone (il supermercato, la farmacia,…).
Questa è la categoria più generica e variegata, che include sia i dispositivi igienici non certificati a uso aziendale, sia le mascherine di qualità inferiore a quelle chirurgiche, sia un’ampia gamma di altre possibili barriere in tessuto utilizzabili per coprire il naso e la bocca, che consentono di respirare facilmenteeimpedire la propagazione delle goccioline potenzialmente contagiose.
Come le mascherine chirurgiche, anche queste versioni semplici hanno lo scopo di proteggere soprattutto gli altri, riducendo la quantità di droplet immesse nell’ambiente. A differenza però delle mascherine chirurgiche, non sono un dispositivo medico.
Queste mascherine devono coprire completamente naso e bocca e devono essere usate, mantenendo la distanza di sicurezza di almeno un metro dalle altre persone. Sono mascherine lavabili e riutilizzabili.
E’ fondamentale ricordare che la mascherina da sola non basta, non rende invincibili e immuni al contagio. E’ necessario rispettare altre misure di prevenzione, come il distanziamento sociale, l’igiene delle mani e delle superfici, limitare gli spostamenti allo stretto indispensabile, e seguire tutte le precauzioni di buon senso.
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